Traduttore

mercoledì 26 ottobre 2011

A Stregna ... in uno dei miei ristoranti preferiti c'è un interessante EVENTO.

"Vaht", le festività di Ognissanti, “hliebce brat”, il pane dei morti… e i racconti legati a questo periodo dell’anno accompagneranno il menù a degustazione - fra cui la “koščičova”, minestra che tradizionalmente si preprava in questo periodo - che la trattoria SALE E PEPE di Stregna, offrirà ai suoi ospiti giovedì 27 ottobre alle ore 20.00.

L’iniziativa, che si propone di unire la tradizione orale a quella gastronomica per valorizzare la cultura delle Valli del Natisone, è organizzata, ormai da alcuni anni, dall’Istituto per la cultura slovena di San Pietro al Natisone. Nel corso della serata quest’anno “racconteranno”: Bruna Balloch, originaria di Subit, Leonora Comugnaro (Torreano) e Rosina Tomasetig (Grimacco); ospite l’attore friulano Claudio Moretti.

Info e prenotazioni, tel. 0432 724081.

martedì 18 ottobre 2011

Tra Castelli e Chiese: itinerari alla riscoperta del Medioevo

L’itinerario si snoda passando attraverso alcune delle località più ricche di storia dell’intera regione. Il percorso ha inizio a Cividale e si sviluppa lungo le Valli del Torre sui cui rilievi sorgono resti degli antichi castelli, che anticamente controllavano tutto il tracciato che da Cividale portava a Gemona. Medioevali anche importanti testimonianze dell’arte religiosa, nelle innumerevoli chiesette votive.
A nord-ovest della città ducale si incontra Faedis. In località Campeglio (Borgo San Rocco), girando verso Raschiacco, sulla sinistra, troviamo le rovine del Castello di Soffumbergo, che, costruito probabilmente nel secolo XI, fu abbandonato nel corso del Quattrocento. Oggi rimangono i resti delle torri, della cinta muraria e della domus. Presso il castello, troviamo la chiesetta alpestre, anticamente dedicata a San Giorgio, che venne costruita nel corso del Trecento e consacrata il 26 maggio 1366. All'interno, molto interessante è l'altare ligneo con trittico di ispirazione cinquecentesca. Alla fine del Cinquecento divenne sede della Confraternita di San Rocco correggere carta. Nella sottostante località di Raschiacco, troviamo la Chiesa di San Martino, la cui fondazione si pensa che risalga al 1200, ma che, con le successive trasformazioni, assunse l'attuale aspetto quattrocentesco.
Ripartendo verso il Municipio di Faedis si arriva a Borgo S. Anastasia, m 181 s.l.m.. Questo borgo, collocato proprio sotto i manieri, risale all’epoca della costruzione dei castelli ed era allora destinato alle abitazioni dei servi e alle stalle; il suo nome deriva da un'antica chiesa ora scomparsa.
Prendendo Via dei Castelli ci si avvia per il sentiero che, fin dal Medioevo, rappresenta l'unica strada di accesso ai Castelli di Zucco e Cuccagna. La strada lastricata, ancora visibile, consentiva la salita dei cavalli al castello. Dopo circa 15-20 minuti di camminata arriviamo al Castello di Zucco, 299 m s.l.m., dove possiamo ammirare la Chiesetta della Madonna del XVI secolo oltre ad uno splendido panorama. Questo castello fu costruito come difesa dell'accesso al sentiero che imbocchiamo proseguendo la camminata.
Dopo circa una decina di minuti di cammino si arriva al Castello di Cuccagna, 357 m s.l.m, del quale sono ancora ben visibili l’imponente torre maestra (interamente restaurata), i resti della cinta sud-est e la parete sud-est del mastio.
Dopo aver terminato la visita, si prosegue per il sentiero che conduce alla chiesa di San Rocco. Il giro dura circa 1 ora 20 minuti e non necessita di un abbigliamento particolare.
Proseguendo verso Attimis, s’incontra la frazione di Racchiuso, che conserva, nella Chiesetta di San Silvestro, affreschi cinquecenteschi. Svoltando a sinistra, in località Borgo Faris, sorge il Castello di Partistagno. Anche questo castello svolgeva una funzione di controllo sulla strada che da Cividale conduceva a Gemona. La struttura comprende l'antica torre-mastio, il palazzo con una serie di bifore del Trecento e la vicina Chiesetta di Sant'Osvaldo che conserva un’abside affrescata con il ciclo dei dodici apostoli.

Ad Attimis, da non perdere, il Museo della Terra dei Nove Castelli Partendo dal Museo dei Castelli, s’imbocca la strada di fronte, per un breve tratto asfaltata, poi si imbocca il sentiero attorniato da un bosco di aceri e frassini. Per questa via si arriva al Castello inferiore , di cui sono tuttora visibili i resti di una cinta e di una torretta semicircolare che sporgeva dal perimetro. La muraglia parrebbe essere stata di forma pentagonale. Sono presenti anche i resti della torre-mastio. Proseguendo per il sentiero, non sempre agevole, troviamo il Castello superiore, il più antico. La torre maestra aveva forma pentagonale ed è stata ripristinata. I resti a noi pervenuti fanno ritenere che la forma della cinta muraria fosse quella di un ovale allungato. E' visibile un muro con feritoie strombate, forse ciò che rimane della dimora padronale.
Questa escursione a piedi è lunga 3 Km e comporta una camminata di un ora.
Proseguendo verso Nimis, percorriamo un tratto di strada in salita immersa nel fitto bosco che conduce al Passo di Monte Croce, poi si discende fino al bivio di Cergneu. Del Castello di Cergneu  sono visibili ancora i resti del lastricato originale della stradina castellana e un bel ponticello di accesso ad arco. Sulla parte interna dei resti della torre si possono osservare gli inserti per le travature di quattro piani, che facevano parte della domus magna del secolo XIV. Nimis racchiude una tra le più antiche chiese della regione, la Pieve dei Santi Gervasio e Protasio.

A ovest, poco fuori il paese, si incontra il santuario della Madonna delle Pianelle con la statua della Vergine in pietra dipinta, opera di un maestro friulano del XV secolo.

Proseguendo arriviamo a Tarcento, con l’alta Torre di Coja che domina tutta la pianura; del castello, incendiato nel 1511, rimane solo questa torre. Interessante la visita al Museo Archeologico e Naturalistico. Tornando verso sud, tra Molins e Leoneriacco, s’incontra il borgo medievale fortificato di Villafredda del secolo XIV, epoca alla quale risale la torre quadrata, ancora provvista di feritoie, trasformata poi in campanile della cappella gentilizia dei signori Liruti. I muri basamentali e gli scantinati sui quali sorse l'edificio secentesco sono più antichi, del secolo XV, e facevano parte di una casa-forte.

Da Tarcento ora torniamo verso sud, seguendo le indicazioni per Povoletto. Raggiunta la frazione di Savorgnano del Torre, sulla sinistra, sorge il Castello della Motta. Da Savorgnano, proseguendo per Primulacco si può fare una deviazione per la località Belvedere dove si trova la Domus Magna dei Partistagno, recentemente ristrutturata, che fu edificata nel 1467 da quel ramo della famiglia Cuccagna come residenza estiva.
Tornando verso Primulacco, sulla destra, si imbocca Via Nuova, per arrivare prima a Ravosa e poi a Magredis, dove nel 1400 è stata edificata la Chiesa di San Pietro. Attraversando il ponte sul Malina si giunge a Bellazoia dove sorge la duecentesca Chiesetta di San Leonardo.
Tornando verso il paese di Povoletto seguiamo le indicazioni per Cividale, dove si giunge dopo aver percorso 55 Km.
 Link per vedere il percorso con Google Maps!

sabato 15 ottobre 2011

Il pane fatto con la "macchinetta"


Tutto pronto per fare il pane
Oggi ho fatto il pane in casa.. ok non sono un virtuoso che lo impasta, Lo fa lievitare, Lo mette nel forno.. ecc sono più lavativo ed uso la macchinetta apposita ... Così ho tre ore per dedicarmi ad altro.
Ho utilizzato la farina del mulino Cudicio di Cividale (Via E. di Colloredo,7 33043 Cividale del Friuli (UD)il sito è: www.molinocudicio.com ..ma non funziona) Comunque in Latteria vendono i loro prodotti, tra le varie farine offre anche il pane rustico.. coi semini! Beh, come risultato mi sembra ottimo ed è anche molto buono!


Ecco il risultato

lunedì 10 ottobre 2011

Il territorio dei Colli Orientali del Friuli

Quest'oggi descriviamo il territorio dei Colli Orientali...
Il vasto territorio dei Colli Orientali comprende le Valli del Natisone, le Valli del Torre e Cividale. Per Valli del Natisone (in sloveno Nediške doline) si intende quel territorio costituito da quattro valli attraversate da altrettanti corsi d'acqua (Natisone, Alberone, Cosizza ed Erbezzo) e collegamento naturale tra Cividale del Friuli e la valle dell'Isonzo. Storicamente abitate da una comunità slovenofona, queste quattro valli costituiscono la dorsale meridionale delle Prealpi Giulie, poste nell'estremo lembo orientale del Friuli-Venezia Giulia, al confine italo-sloveno. Simbolo di questo territorio è il monte Matajur (1.641 m), dalla cui vetta si domina la pianura.
Le Valli del Torre si pongono nella parte centrale dell’arco delle Prealpi Giulie; a sud lambisce gli ultimi agglomerati urbani della ciuntura udinese, risale ad est lungo le Valli del Natisone per definire poi il confine italo-jugoslavo, a nord demarca, con la catena dei Monti Musi, la Val Resia e, ad ovest confina con il comprensorio del Gemonese. Le valli sono segnate dai torrenti Torre e Cornappo che scorrono da nord a sud, mentre i torrenti Lagna, Malina e Grivò solcano i rilievi con una direttrice Nordest - Sudovest.

Quindi il paesaggio è abbastanza eterogeneneo sia negli ambienti naturali, sia in quelli antropici, sono sinteticamente distinguibili in quattro zone: zona planiziale, zona collinare, zona submontana e zona montana.

Le Alpi Giulie, che si trovano alle spalle e il mare Adriatico di fronte, aiutano a migliorare il clima, riparando dalle fredde correnti del Nord e mitigando il clima creando anche una perfetta ventilazione. All'interno del comprensorio vi sono tuttavia infiniti microclimi: più freschi e umidi a nord, a ridosso delle montagne; più miti e asciutti a sud dove, assieme alla vite, crescono e fruttificano gli ulivi.
I rilievi collinari di questa zona, di altitudine compresa tra i 100 e i 350 metri s.l.m., sono omogenei e ricchi sedimenti, sabbia calcificata e argille calcaree, caratteristiche che rendono il terreno particolarmente adatto alla coltivazione della vite.

Il territorio di produzione del Colli Orientali del Friuli viene definito nel 1970 con l’approvazione del disciplinare di produzione della DOC. Complessivamente i Colli Orientali del Friuli comprendono circa 2.000 ettari di vigneto in coltura specializzata nei quali trovano ospitalità, oltre ai vitigni autoctoni, anche altre varietà provenienti dalle più diverse zone viticole europee.

I comuni interessati, partendo da nord, sono: Tarcento, Nimis, Povoletto, Attimis, Faedis, Torreano, la parte est di Cividale, Prepotto. Prosegue in direzione sud-ovest verso Premariacco, Buttrio, Manzano, S. Giovanni al Natisone e Corno di Rosazzo. Qualche vigneto sconfina anche in territorio di Reana del Roiale e San Pietro al Natisone.
Tipico panorama dei Colli Orientali del Friuli

lunedì 3 ottobre 2011

Tra i Vini d'Italia 2012 i Rossi sono dei Colli Orientali del Friuli

E' uscita la Guida de L'Espresso I Vini d'Italia 2012, edizione numero undici.
Una piccola enciclopedia compatta del buon bere, per muoversi con destrezza tra oltre 10mila vini recensiti (circa la metà di quelli che gli autori hanno assaggiato per effettuare la loro selezione) e approfondire la conoscenza sulla conservazione e sul servizio del vino e la terminologia tecnica, grazie a un sintetico glossario. Quindi un volume di consultazione per enoappassionati con una certa 'cultura', ma anche un manuale di studio per chi muove i primi passi nel mondo del vino, pronto ad apprendere sempre più.
Tra i vini friulani ecco i vini e le aziende produttirici dei Colli Orientali del Friuli che sono stati premiati:

Vini Rossi
Schioppettino di Prepotto 2008 Petrussa
Pinot Nero 2009 Le Due Terre
Schioppettino Cialla 2007 Ronchi di Cialla

Vini Bianchi
Bianco Rosazzo Terre Alte 2009 Felluga Livio
Vini Dolci Bianchi
Verduzzo Friulano Crei 2009 Sara & Sara